Lo scopo della terapia anti-tumorale nei pazienti oncologici è quello di eliminare il maggior numero possibile di cellule neoplastiche raggiungendo, se possibile, uno stato di remissione completa. Per rendere possibile l’ottenimento di questo obbiettivo, il trattamento si basa, a seconda del tipo di tumore e dello stadio della malattia, sulla radioterapia, chemioterapia o combinazione di entrambe. La terapia ha, però, degli effetti negativi sull’efficienza fisica del paziente facilitando il rischio di complicanze, quale la sarcopenia (perdita di massa muscolare), l’osteoporosi (perdita di robustezza ossea), la cardiotossicità (con relativa perdita di efficienza cardiovascolare), che sommandosi possono portare ad ulteriori problemi che inficiano la salute e la qualità di vita, anche in pazienti relativamente giovani. Un’attività fisica ben studiata, integrata da una adeguata alimentazione di supporto, può contrastare molti di questi effetti collaterali tipici della terapia, restituendo buona parte della perdita di efficienza fisica e ponendo le basi per la prevenzione di nuove affezioni e del decadimento geriatrico che può verificarsi nei pazienti anziani sottoposti a terapie oncologiche. L’attività motoria, contrasta il decadimento fisico consentendo il mantenimento della massa muscolare, la protezione e il miglioramento della densità ossea, la preservazione dell’efficienza cardiovascolare, già di per se compromessa dalla sarcopenia. Un tale impegno può prevenire l’indebolimento grave e l’obesità, che assieme alla perdita di tono e di massa muscolare (sarcopenia), può portare ad una precoce minaccia dell’autonomia deambulatoria e di conseguenza aumentare i rischi cardiovascolari. Inoltre l’attività motoria praticata con continuità migliora il tono dell’umore. L’attività fisica aiuta i pazienti con linfoma a vivere più a lungo. Un aumento dell’attività fisica, in questa popolazione di pazienti, potrebbe ridurre il rischio di morte per qualsiasi causa e da linfoma.